PICCOLA GRANDE BARCA

Sullo slancio del successo del Flying Ducthman, dichiarato dopo severi confronti internazionali, la migliore deriva a due da ammettere alle Olimpiadi 1960 e a richiesta del compianto Conrad Th. Gulcher e del K.V.N.W.V. alla fine di Dicembre del 1954 l'architetto olandese Ulike van Essen progettava anche una barca di dimensioni ridotte (2/3) denominandola FLYING JUNIOR.

Come per la barca maggiore, sole imposizioni furono fissate nella monotipia dello scafo (all'esterno), della deriva, della pala del timone e del piano velico. Chiunque poteva costruire disegnando a piacere la coperta ed usando tutti i materiali e le attrezzature allora disponibili. L'idea ebbe immediato successo e malgrado l'Olanda fosse un paese in cui non mancavano natanti, avvenne la fioritura delle costruzioni, sia in ply-wood che in vetroresina.

Franco Boido, assertore accanito del Flying Dutchman, Segretario della Classe per l'Italia e Consigliere Federale, intuì che il Flying Junior sarebbe stato utile per creare ed addestrare neofiti in Italia ed immediatamente provocò l'importazione di sei esemplari costruiti in maniera diversa.

Due di essi furono esposti nell'interno dell'Accademia Navale di Livorno in occasione dell'Assemblea Generale dell'U.S.V.I. (Unione Società Veliche Italiane, ora F.I.V.) nel mese di Marzo 1957.

L'interesse fu rilevante ed i cantieri Morri e Para di Rimini (ply-wood) e A.L.P.A. di Fiesco, Cremona (vetroresina) costruirono i primi esemplari.

Enzo Lesi assunse la Segreteria della Classe per l'Italia e con un intenso lavoro la portò alla lievitazione.

La sentita necessità di una barca moderna dalle piccole dimensioni, l'intensa propaganda (tra l'altro in occasione del primo Campionato del Mondo F.D. a Rimini nel 1957 furono organizzate diverse regate presso i Circoli della Romagna con la presenza di vari F.J. stranieri), l'entrata in lizza di vari altri Cantieri condussero celermente all'assegnazione di ben 236 numeri velici, con barche all'80 % stazzate e praticanti: in quel momento il F.J. era di gran lunga la barca più diffusa in Italia!

Cosa significa "JUNIOR"? Purtroppo l'aggettivo fu quasi subito male interpretato da molti, forse da troppi, praticanti o meno, si pensò "PER GIOVANI". Errore che già portò ad una polemichetta fra la Redazione ed il Segretario di Classe sui numeri di Ottobre e Novembre di YACTHING ITALIANO di Bruno Ziravello.

Il concetto della denominazione era (ed è) di "MINORE" nei confronti dell'F.D. ed allo stesso propedeutico.

Con tale idea, chi scrive (nel frattempo divenuto Segretario della Classe e chiamato a far parte della Commissione Allievi Federale, di recente istituita) in stretto accordo con Franco Boido (a suo tempo Presidente della Classe e della Commissione) proposero al Consiglio Federale l'adozione ufficiale del F.J. (oltremodo migliorato con l'adozione dello spi) come BARCA SCUOLA.

Nacquero gli ARANCIONE, colore distintivo delle barche assegnate alle Scuole di Vela dei Circoli e scelto in quanto colore di sicurezza per la sua visibilità in mare. (Primo arancione assegnato è stato I - 237 al C.N.Juvenilia).

Questi F.J. dettero un elevato impulso alla Classe e soprattutto alle costruzioni LIBERE ma purtroppo anche a convincere DEFINITIVAMENTE la Commissione Sportiva Federale che TUTTI i F.J. fossero barche riservate ai giovani con già allora immaginabili conseguenze.

Indichiamone una: l'organizzazione del Campionato Italiano libero a tutti fu concessa solo quando il F.J. fu ammesso dall'I.Y.R.U. ( ora I.S.A.F.) tra le Classi Internazionali.

Altra tempesta per il F.J. fu l'avvento della barca Scuola Internazionale Ufficiale (il "420"). Era logico che la barca Scuola Nazionale dovesse avere la peggio e che la scomparsa decretata degli Arancione portasse anche al declino della produzione e della attività dei F.J. liberi. Non siamo rimasti in molti: la F.I.V. ci aiuta in conseguenza ma gradisce i nostri Campionati del Mondo, d'Europa e d'Italia.

Comunque il F.J. BARCA PER TUTTI così come è ora, trapezio compreso, dimostra chiaramente di essere un attrezzo tecnicamente al massimo livello e di non temere confronti…..

Per finire: quando è stato assegnato l'ultimo dei circa 900 F.J. Arancione, a dimostrazione che la barca viveva di vita propria, non solo, ma che produceva fior fiore di gente brava tipo presenze ed anche vittorie in Campionati del Mondo, d'Europa, Olimpiadi e Coppa dell'America (due terzi dell'equipaggio di "Azzurra" erano "nati" sul F.J.), i numeri velici assegnati avevano superato il 3500. Oggi siamo al numero 3777 ed oltre ai pochi di cui sopra siamo certi che almeno 300 sarebbero pronti a sbucare dall'ombra dei capannoni dei Circoli solo se si verificasse un richiamo di una certa consistenza e tenuto conto che da tempo si dice "INTERNATIONAL FJ CLASS" (n.b. FJ senza puntini) e non più "INTERNATIONAL FLYING JUNIOR CLASS": lo JUNIOR non si addice proprio al nostro PICCOLO GRANDE SCAFO.

Dino ANFOSSO